A Lazzaro il convegno "La chiesa di Santa Maria delle Grazie dalle origini ai giorni nostri". Un evento che ha ricostruito la storia della chiesa e di un culto dal grande valore storico e antropologico.
Si è svolto domenica scorsa nella chiesa intitolata a Santa Maria delle Grazie di Lazzaro, il convegno dal titolo “La chiesa di Santa Maria delle Grazie dalle origini ai giorni nostri”. Un evento che si inserisce come manifestazione conclusiva dell’inaugurazione dell’edificio di culto dopo una serie di lavori di restauro durati circa quattro anni.
A relazionare allo stesso evento culturale sono stati due studiosi locali che sicuramente a Lazzaro non hanno bisogno di presentazioni: la dott.ssa Maria Assunta Ambrogio, conservatrice dei Beni Architettonici e Ambientali e il Prof. Saverio Verduci, storico e ricercatore.
Particolarmente nutrita la platea di pubblico presente in chiesa che ha ascoltato, in modo interessato e attento l’intervento dei due studiosi che attraverso lo studio di documenti d’archivio e dall’analisi delle fonti anche orali, hanno ricostruito la storia di questo luogo di culto fin dalle sue origini.
Sotto la moderazione di don Domenico Rodà, parroco della comunità lazzarese, il primo a relazionare è stato il Prof. Verduci, il quale, nel corso del suo articolato, ha ricostruito, mediante l’analisi di alcuni documenti di notevole interesse storico, il contesto socio-economico del territorio lazzarese negli anni immediatamente antecedenti la nascita di Santa Maria delle Grazie a Lazzaro soffermandosi a evidenziare la stratificazione sociale e gli sviluppi economici di un paese che secondo fin quanto emerso dallo studio delle fonti, si andava creando proprio intorno alla metà del XVIII secolo.
Un exursus storico lungo e articolato che vede la nascita di Santa Maria delle Grazie presso Motta San Giovanni e per poi, nel momento in cui, sul finire del XVIII secolo, per un aumento demografico della zona della Marina si assiste alla straslazione del titolo ecclesiastico presso il territorio lazzarese.
Il Prof. Verduci ha poi proseguito il suo intervento analizzando tutta una serie di documenti storici di notevole importanza per la storia religiosa dell’edificio di culto stesso come le Visite Pastorali del D’Afflitto e il Bollario di Monsignor Cenicola.
Ampio spazio è poi stato dato agli eventi scaturiti dal sisma del 1908 che ha totalmente distrutto il vecchio paese di Lazzaro distruggendo anche la stessa chiesa della quale si salvarono solo alcuni arredi sacri seppelliti ancora oggi nell’abside della navata centrale della nova chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Conclusa questa prima ricostruzione storica curata dal Prof. Verduci, a intervenire con un contributo di grande valore storico-architettornico, è stata la dott.ssa Maria Assunta Ambrogio che già in passato, in una sua pubblicazione, si era occupata di delineare la storia di questa chiesa e del suo culto.
L’intervento della dott.ssa Ambrogio, supportato da opportune carte di riferimento, si è occupato di rintracciare la collocazione esatta dell’edificio che era collocato su terreno di proprietà Russo comprato da Domenico Maropati e concesso gratuitamente a don Bruno e don Paolo Maropati dal fratello nel 1798.
Al fine di individuare una attendibile e probabile collocazione della chiesa, la studiosa ha utilizzato una sovrapposizione cartografica tra una cartografia del 1895 e un’aerofotogrammetria del 2000 grazie alla quale si è potuto stabilire che la chiesa sorgeva a ridosso del Torrente Saetta (scendendo a sinistra lungo il tratto di strada dissestata che unisce al lungomare).
La continuità storica della sopravvivenza della Chiesa di Santa Maria delle Grazie presso l’abitato di Lazzaro, ha poi continuato la dott.ssa Ambrogio, è attestata da altri documenti redatti dai parroci che si sono succeduti dal 1800 in poi.
Dallo studio dei documenti cartografici e dai progetti conservati presso l’archivio, la studiosa, ha anche evidenziato come era la vecchia chiesa di Santa Maria delle Grazie nel momento prima del terremoto e come era la nuova costruzione delle chiesa dopo lo stesso sisma 1908 sottolineando come siano state apportate rilevanti modifiche architettoniche proprio in corso d’opera giungendo così alle fasi dell’attuale restauro.
A continuare poi nella relazione è stato il Prof. Verduci che ha ricostruito le varie fasi storiche del culto della Madonna delle Grazie patrona del popolo lazzarese. Una storia veramente bella e affascinante quella di questa festa che con continuità, senza interruzione alcuna, seppur con qualche modifica nella sua complessità, si è tramandata fino a noi con tutto il suo fascino, il suo senso di culto e la sua devozione, ha sottolineato il Prof. Verduci, riprendendo la disamina di alcuni documenti storici che riferiscono che la festa della Santa Patrona dei Lazzaresi si svolgeva il 2 di Luglio con una bella e suggestiva processione alla quale prendeva parte la popolazione e vi era anche la tradizione, al passaggio della Patrona, di sparare dei mortaretti. La processione era di mattina con il gran tripudio delle folle che accompagnavano la Statua lungo il suo cammino.
La funzione religiosa si svolgeva in rito doppio, cioè la celebrazione in rito greco e in rito latino. Difatti, come documentato da tutta una serie di documenti conservati negli archivi, sul nostro territorio il doppio rito liturgico è ben documentato fino a quasi gli anni ’40 del diciannovesimo secolo, segno evidente di quella continuità culturale di appartenenza a quella parte greca della Diocesi che ancora oggi, seppur con alcune limitazioni geografico-spaziali accomuna molti paesi della provincia jonica reggina. L’intervento è poi continuato evidenziando le modifiche che sono state apportate a questo culto fino ai giorni nostri.
A concludere è stata la dott.ssa Ambrogio che ha tracciato la storia dell’edifico ecclesiastico nell’ultimo trentennio ponendo l’attenzione sul lavoro di assemblaggio della statua della Madonna delle Grazie appartenuta alla vecchia chiesa che è stata pazientemente riassemblata grazie al lavoro attento e certosino di tante persone insieme si sono impegnate per la riuscita dell’evento.
Una statua antica e bella, ha sottolineato la dott.ssa Ambrogio, che sicuramente, per il suo alto valore devozionale, merita un giorno di essere restaurata e restituita alla collettività lazzarese come segno identitario di un illustre passato.
Molto interessanti è toccanti sono stati anche gli interventi di due persone anziane che hanno in parte vissuto le vicende storiche di questo luogo di culto che hanno documentato parti importanti, con le lro testimonianze vere e reali, un vissuto storico enormemente importante.