Monachesimo bizantino e letteratura occidentale

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

L’Umanesimo calabrese

 

La storia del monachesimo bizantino nella nostra regione costituisce uno spaccato notevolmente importante non solo della vita politica, sociale, economica e religiosa ma anche letteraria e artistica di un territorio che per la continua evoluzione della storia si trova al centro, in questo preciso momento storico, di sostanziali trasformazioni.

La presenza dei monaci bizantini nella Calabria è assai remota. Essi giunsero sulle sponde della nostra regione dopo aver attraversato lo Stretto a ondate successive in un arco cronologico compreso tra il VI e l’XI sec.

In breve tempo tutta la parte centro-meridionale della regione divenne il luogo ideale nel quale segnare il punto di partenza di un nuovo culto, di un nuovo stile di vita, di una nuova civiltà.

Nacquero in questo contesto storico numerosi monasteri che divennero il cuore pulsante di questa nuova fase storica dell’umanità.

Nel reggino, molto importanti per il loro ruolo strategico nella diffusione e nella conservazione dei culti e della lingua greca, furono tutti i monasteri sorti nella Valle del Tuccio, nella Vallata dell’Amendolea e nella Vallata dello Stilaro.

Ma il monastero non è da intendersi solo ed esclusivamente un luogo fisico nel quale i monaci vivevano e si riunivano a pregare; il monastero rappresentò anche un luogo di aggregazione sociale e diffusione culturale.

Notevole quindi fu il merito di tutti i monaci bizantini che con la loro opera spirituale contribuirono in modo decisivo a veicolare quella cultura greca che tanto ha influito successivamente nel corso del XV e del XVI sec. a far nascere l’Umanesimo e il Rinascimento non solo italiano ma anche europeo.

Quindi quando già in Calabria, a partire dal 552 con l’opera di Cassiodoro giungendo poi alla filosofia di Gioacchino da Fiore circa due secoli dopo, si poteva parlare di nuovo sviluppo artistico e letterario, l’Italia e il resto dell’Europa attraversavano ancora la loro “fase oscura” sotto il profilo culturale.

Il monastero bizantino perciò con i suoi Scriptoria costituì l’ambiente ideale nel quale nacque e si formò la nuova tendenza culturale che segnò per tutto il XV e il XVI sec. l’identità culturale italiana ed europea con il suo vivo interesse verso il mondo classico e le humanae litterae.

I segni di questa vita eremitica, lauritica e cenobitica sono ancora, in numerosi casi, visibili disseminati nelle nostre campagne, in luoghi impervi e a volte inaccessibili, ma che custodiscono gelosamente le tante testimonianze di questi tempi lontani.

A questo enorme processo di conservazione e di diffusione culturale contribuirono sicuramente personaggi di alto livello del mondo bizantino calabrese che con la loro opera predicatoria e educativa si impegnarono nell’educazione e nell’istruzione delle masse popolari.

Una personalità sicuramente rilevante fu il monaco Cosma, maestro di S. Giovanni Damasceno, che catturato sulle coste della Calabria dai Saraceni e venduto poi in Siria a un potente mercate lo associò come precettore del figlio Giovanni (Damasceno appunto). Cosma divenne così maestro di grammatica, di retorica, di filosofia greca, di musica e di pittura.

Altra personalità rilevante fu sicuramente il rossanese Giovanni Filogato che divenne arcivescovo della città di Piacenza che si occupò di sviluppare gli studi dialettici e linguistici.

Di origini calabresi era anche Giovanni Italo, filosofo neoplatonico che predicava le proprie dottrine nel corso dell’XI sec. nelle scuole della città di Costantinopoli.

Le fonti ci riferiscono che un tale Scolario Saba, cappellano di Palazzo a Reggio al tempo del gran Conte Ruggero, venne nominato monaco presso il monastero del SS. Salvatore di Messina nella cui biblioteca raccolse circa trecento codici di carattere sacro e profano provenienti dalla Calabria e dalla Grecia.

Alla biblioteca del monastero del SS. Salvatore si formò culturalmente anche Enrico Aristippo originario di S. Severina e arcidiacono di Catania; si occupò dell’analisi, della traduzione e della divulgazione di opere classiche greche, tra cui ricordiamo l’Almagesto di Tolomeo e alcune opere di Aristotele e di Platone.

E poi ancora vanno ricordati Costantino di Reggio che nel corso dell’XI sec. scrisse un testo di astrologia ora conservato presso la biblioteca vaticana, Filippo Xeros sempre di Reggio la cui opera è del X sec., Nicolò Ruperti da Reggio, definito Traslator regius che nel XIV sec. tradusse molte opere del medico Galeno. La sua formazione avvenuta presso il monastero di S. Nicola di Calamizzi ci richiama a un altro grande medico, S. Cipriano di Calamizzi.

Altra illustre personalità fu sicuramente Filippo Filogato da Cerami che nel proemio del romanzo Eliodoro si presenta come monaco filosofo che intrattiene alcuni uditori con argomenti di letteratura classica all’interno della cattolica di Reggio.

Ma le due personalità di spicco che maggiormente hanno contribuito alla conservazione e alla trasmissione di riti e culture greche furono sicuramente Bernardo Barlaam e Leonzio Pilato.

Bernardo Barlaam nacque a Seminara nel 1290. La formazione di Barlaam avvenne nel Monastero Ortodosso di Sant'Elia e Filarete di Seminara e nel monastero di Sant'Elia di Caposino, a Galatro, prese i voti. Successivamente si trasferì a Napoli dove conobbe Giovanni Boccaccio e poi ad Avignone dove conobbe Francesco Petrarca di cui divenne maestro di greco. Secondo l’idea del Petrarca stesso e successivamente del Boccaccio fu un personaggio di grande ingegno e di grande erudizione.

Leonzio Pilato fu discepolo di Barlaam. Fu anch’egli a contatto con gli spiriti letterari italiani trecenteschi; compose una traduzione dell’Iliade e dell’Odissea che fu notevolmente gradita al Petrarca e al Boccaccio. A Firenze la sua fama crebbe notevolmente al punto che Petrarca presentandolo a un amico che voleva imparare il greco disse che non era assolutamente necessario andare in Grecia, bastava andare in Calabria. Leonzio Pilato è ormai considerato il vero Padre dell'Umanesimo italiano, anche in seguito alle ultimissime scoperte. La sua grandezza sta nel fatto che, per la prima volta al mondo, e senza potersi appoggiare su precedenti, tradusse, dal greco in Latino, l'Iliade, L'Odissea, L'Ecuba di Euripide, le Pandette di Giustiniano, La Fisica di Aristotele. A Firenze, Leonzio fondò e diresse la prima Cattedra di Greco in Italia. Lorenzo Valla restò affascinato dallo stile sobrio e letterario delle sue traduzioni al punto che spesso lo invitava nel suo studio per suggerimenti e consigli.

La cultura greca quindi era giunta a Firenze grazie all’opera di due umili monaci giunti dalla Calabria; da li a breve sugli stralci di quella cultura sarebbe sorta la florida primavera dell’ Umanesimo e del Rinascimento italiano ed europeo.

 

spedire

Più votati

Grecanica Film Festival

Sradicati

La Chanson d'Aspremont

Fotonotizie

Scarica la nostra app

grecanica app

QR Grecanica App

 

Grecanicahd

Sito di riferimento per tutti gli appassionati e gli amanti della lingua, della cultura e delle tradizioni dei Greci di Calabria. Notizie, eventi, avvenimenti, cenni storici e progetti di promozione e valorizzazione della Calabria greca. 

Contatti

Grecanica - Voci dalla Calabria greca
Via Prunella Media, 40
89063 Melito Porto Salvo (RC)

Tel.: + 39 329 425 1166
Email: info(at)grecanica.com
Fax: +39 0965 187 0172

  • Reggio Calabria - Italy
  • +39 0965 181 6215
  • info(at)grecanica.com
  • +39 329 425 1166