I Greci di Calabria

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Passato e presente, due mondi che si incontrano

 

L'Istituto Comprensivo "E. De Amicis" - Bagaladi-San Lorenzo-Melito, diretto dal prof. Antonino Nastasi, è formato dalla scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado e abbraccia quattro Comuni appartenenti all’Area Grecanica della Provincia di Reggio Calabria: Bagaladi, San Lorenzo, Roghudi e Melito Porto Salvo dove viene parlato, anche se purtroppo, ormai, solo da pochi anziani sparsi nei vari paesi dell’Area, l’idioma più antico (oltre 2000 anni) fra le lingue minoritarie: la lingua greco calabra.

Collocata in un territorio vasto e articolato, ricco di cultura e tradizioni, la nostra Scuola ha da sempre promosso e incentivato lo studio della storia e della lingua greco-calabra attraverso percorsi didattici e formativi che hanno permesso agli alunni di scoprire e rivalutare le ricchezze presenti nel loro territorio, riappropriandosi, così, della propria identità e del senso di appartenenza.

Le attività didattiche sono proposte sotto forma di lezioni frontali, drammatizzazioni e visite guidate sul territorio. Vengono utilizzate molto spesso le interviste da parte degli alunni agli anziani parlanti e non, i quali fanno immergere i nostri alunni in un mondo tutto diverso dal loro fatto di racconti, di storie di duro lavoro e cercano, con grande commozione, di far conoscere e amare una lingua che gli alunni non conoscono ma che fa parte, senza che questi lo sappiano, del loro modo di essere.

Lo studio della lingua greco-calabra parte dalla conoscenza storico-linguistica per arrivare alla comprensione grammaticale e lessicale del parlato.

In queste attività di riscoperta e di studio della lingua sono stati coinvolti, nel corso degli anni, gli alunni dei tre ordini di scuola del nostro Istituto, naturalmente in tempi e modi diversi, attraverso progetti extracurriculari e progetti PON. Io, in quanto referente della lingua greco-calabra del mio Istituto, ho seguito personalmente tutti questi percorsi.

All’inizio c’era molta riluttanza da parte dei genitori a far partecipare i propri figli a questi progetti, perché la lingua greco-calabra era considerata “il dialetto del dialetto”, incomprensibile e parlata solo da gente incolta e grezza che abitava in luoghi isolati e difficili da raggiungere.

Oggi, grazie anche all’opera di sensibilizzazione dei Comuni, della Provincia e delle varie Associazioni che operano sul territorio, la Lingua è stata valorizzata, questi progetti sono molto richiesti e ci auguriamo che l’insegnamento della lingua e della cultura greco-calabra diventi al più presto curriculare con relativo voto in pagella dando, così, a essa il posto di rilievo che merita.

Nell’insegnamento di questa lingua c’è, però, un ostacolo che è rappresentato dal fatto che il greco di Calabria è stata una lingua essenzialmente orale e l’uso circoscritto al mondo contadino e pastorale ne ha limitato la versatilità e il vocabolario.

Il riaccendersi dei rapporti culturali con la Grecia, se da un lato ha incoraggiato la resistenza dei greci di Calabria dall’altra ha posto il problema della comunicazione, dato appunto la mancanza di vocaboli moderni, e anche dell’alfabeto da utilizzare per scrivere poesie, versi, testi ecc. e si è posto il problema se è più giusto scrivere con i caratteri latini o utilizzare l’alfabeto greco.

Di conseguenza è emerso anche il problema della necessità durante l’insegnamento del greco-calabro di insegnare anche il neogreco per dare una prospettiva più ampia alle antiche radici e la possibilità di attingere da esso tutti i vocaboli moderni che in effetti nella Lingua greco-calabra mancano.

Naturalmente, da buoni grecanici quali siamo, non mancano le discussioni tra chi è favorevole e chi contro a questa possibilità. Il mio augurio è che si giunga presto a una decisione perché queste diatribe sono motivo di confusione per noi insegnanti. Inoltre, nei vari corsi di formazione a cui ho partecipato, è emerso che non è didatticamente formativo e pedagogicamente corretto insegnare il greco-calabro a “ruota libera”, senza alcun coordinamento programmatico e operativo, lasciando tutto il lavoro di recupero di questa Lingua all’attività di alcuni docenti che operano con passione nei vari Istituti del territorio.

S’è ravvisata l’esigenza, quindi, di una maggiore collaborazione fra i docenti di greco di Calabria, l’opportunità di definire programmi, obiettivi e guide didattiche, nonché iniziare a usare con perizia il materiale didattico che già da tempo esiste e crearne altro, supportato da strumenti multimediali, in linea con i nuovi metodi didattici stabiliti dall’Europa per l’insegnamento delle lingue straniere in modo che possa essere sempre più forte l’interesse degli alunni verso l’apprendimento della Lingua.

La mancanza infatti di una programmazione unica, divisa per ordini di scuole e per fasce di allievi, l’assenza di concreti piani di lavoro con obiettivi a breve, medio e lungo termine, di verifiche periodiche, ecc., sono i punti deboli della nostra attività di insegnamento.

Da qui è partita l’iniziativa promossa dai Dirigenti Scolastici del territorio, sulla base delle indicazioni normative vigenti in materia, di costituirsi in Rete al fine di utilizzare al meglio le risorse professionali a disposizione delle singole scuole e rendere il sistema formativo sempre più efficiente nell’organizzazione delle attività per valorizzare la nostra lingua minoritaria.

I materiali elaborati e sperimentati saranno sfruttati come stimolo alla riflessione per un miglioramento dell’azione didattica della propria Scuola e delle Istituzioni scolastiche in rete.

È molto importante valorizzare la cultura di origine per una equilibrata crescita personale e per lo sviluppo di capacità cognitive e di comunicazione in un contesto di relazioni globali e interculturali.

Questo è fondamentale per gli alunni del nostro Istituto i quali si trovano a operare e interagire con ragazzi di lingue e culture diverse provenienti principalmente dall’India, Nord Africa ed Europa dell’Est, in particolare Romania. Questi alunni extracomunitari sono presenti in numero cospicuo nel nostro Istituto e non c’è plesso scolastico che non registri una loro rilevante presenza. Il loro inserimento nell’ambito scolastico è avvenuto senza alcun problema e dato che gli alunni locali sono stati sensibilizzati al fatto di appartenere a una minoranza linguistica ciò ha permesso loro di accogliere e accettare il nuovo arrivato di lingua e cultura diversa serenamente, considerandolo pari.

La condivisione e il rispetto di ciascuna cultura favorisce il dialogo e la civile convivenza e le numerose lingue con cui i nostri alunni si trovano a convivere non fanno altro che arricchire il loro e il nostro patrimonio culturale. Il motivo per cui noi apprezziamo l’arrivo degli alunni extracomunitari è perché nel momento in cui ci fanno conoscere le loro tradizioni noi impariamo a rivalutare le nostre.

Tutelare la diversità linguistica e culturale, sia minoritaria che extracomunitaria, presuppone un modello di comportamento proteso verso l’integrazione e la pacifica convivenza, nonché la riscoperta delle proprie radici e della propria identità ed è questo che la mia Scuola, ha cercato di fare nel corso degli anni.

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Melita Stillittano
Insegnante - Ministero Pubblica istruzione
Relazione "Mondinsieme" - Seminario Nazionale
San Demetrio Corone (CS) - 29-30 Aprile 2016

 

 

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