Bova Marina

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L'estremo lembo d'Italia crocevia di civiltà

Bova Marina è posta geograficamente sulla costa ionica più meridionale della Calabria, a circa 43 Km da Reggio, nel cuore di una zona di antichissima civiltà, l’area ellenofona calabra, nella quale mai si sono spente l’eredità culturale e la lingua della Magna Grecia.

Anche qui, in questo estremo lembo d’Italia, infatti, si stabilirono, fin dall’VIII sec. a.C., i coloni greci partiti dalla Madre Patria in cerca di più prosperi territori. Essi portarono con sé i propri usi e costumi, la propria lingua e la propria cultura e in queste terre fiorì una civiltà che segnò la storia del mondo occidentale.

Tuttavia, i coloni greci che approdarono su queste spiagge non trovarono lande deserte, bensì un territorio che già, da almeno 5000 anni, conosceva un notevole grado di sviluppo, come testimoniato dai recenti, interessantissimi ritrovamenti archeologici.

Il progetto BMAP (Bova Marina Archaeological Project), avviato nel 1997 sotto la direzione del Prof. John Robb (Cambridge University), con il supporto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha individuato circa 70 siti che vanno dal neolitico all’età del bronzo, all’epoca greca ed al medioevo bizantino.

E’ soprattutto in ambito preistorico, sul neolitico e sull’età del bronzo, che si sono focalizzate le attività di ricerca degli studiosi. Tra i siti individuati, quello di Umbro si presenta come un riparo sotto roccia frequentato per un lungo periodo, a partire dal neolitico antico, VI millennio a.C., fino alla fine del IV millennio a.C. (età del rame); nella stessa zona è stato riportato alla luce anche un insediamento del periodo del bronzo antico-medio (1800-1500 a.C.) ed una interessantissima fattoria greca di epoca classica (V-IV sec. a.C.).

A poca distanza da Umbro, a Penitenzeria, abbiamo ancora un insediamento occupato per un breve periodo, nel tardo VI millennio a.C.. Un altro sito di notevole interesse si trova in località Apàmbelo, a ridosso della chiesetta bizantina di S. Niceto, con fasi di occupazione dell’età del bronzo e del medioevo (la chiesa risale al X sec. d.C., tra le più antiche in Calabria).

Insediamenti di età greca e romana sono stati rinvenuti anche in località Amigdalà e nel villaggio costiero di Mazza, così come, nella vallata del San Pasquale; in località Panaghìa, abbiamo i resti di una villa imperiale romana (IV sec. d.C.) e di una chiesa bizantina del VII-VIII sec. d.C. dedicata alla Panaghìa (la Madonna “Tutta Santa”); in varie località dell’area, inoltre, sono state rinvenute diverse monete e reperti greci e romani.

Di particolare rilevanza, data la rarità, sono i resti di un’antica sinagoga ebraica risalente al IV sec. d.C., rinvenuti in un’area, quella di San Pasquale, ricca di testimonianze di epoca classica, romana e bizantina. Si tratta della seconda sinagoga per antichità in Europa (dopo quella di Ostia, risalente al II sec. d.C.), la quale, oltre all’impianto sinagogale, ha conservato un mosaico raffigurante i più importanti simboli dell’ebraismo, come il candelabro a sette bracci (menorah), il corno (shofar), il nodo di Salomone ed altri. In tale area, grazie alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, è stato istituito il Parco Archeologico “ARCHEODERI”, comprendente la sinagoga, l’antiquarium, nel quale sono esposti il mosaico ed una ricca gamma di reperti rinvenuti nell’area sinagogale e nella vallata, un punto ristoro e, appena a monte della sinagoga, nei locali dell’ex frantoio della famiglia Nesci di Sant’Agata, una struttura polifunzionale comprendente una sala espositiva, una sala conferenze ed una biblioteca.

L’odierna Bova Marina è situata, dunque, su un vero e proprio giacimento di risorse archeologiche, a ridosso della greca Delia, mitica città ricordata dalla tradizione, e della romana Scyle, anch’essa ubicata nella zona di San Pasquale, come attestato dalla tavola peutingeriana (la “ carta stradale” dei romani).

Nella seconda metà del 1800, per iniziativa dei vescovi di Bova monsignori Laudisio, Rozzolino e soprattutto Dalmazio D’Andrea, parte della popolazione di Bova-Chora, piccola capitale di tutta l’area fin dall’epoca normanna, situata su un’imprendibile rocca a oltre 900 metri di altitudine, cominciò a spostarsi verso la marina ed in breve tempo, quello che era solo un piccolo borgo di pescatori e uno scalo per le merci, divenne un vivace centro agricolo e commerciale che nel 1908 ottenne l’autonomia dall’antica Bova.

Bova Marina si presenta oggi come una cittadina di circa 4000 abitanti, adagiata sulla baia di Capo San Giovanni d’Avalos (la Rocca del Capo). Qui, su un suggestivo sperone a strapiombo sullo Ionio, è posta la statua bronzea della Stella Maris, la Madonna del Mare, patrona del paese e protettrice dei pescatori; a pochi metri, la chiesetta della benemerita famiglia Marzano ed un’antica torre di avvistamento (XV sec. d.C.) a ricordare alle nuove generazioni i lunghi secoli di paura per le scorrerie dei corsari turchi nel Mediterraneo.

Il centro ospita il palazzo municipale, alcuni bei palazzi in stile liberty, la biblioteca comunale, con al suo interno un’interessante esposizione di quadri di artisti contemporanei, la palestra, lo stadio con campo di calcio e pista d’atletica, il cine-teatro “Don Bosco” e, in via di completamento, la piscina comunale e l’auditorium. Il paese è dotato di belle spiagge, acque cristalline, un lungomare animato durante l’estate da graziosi locali, e offre al visitatore la possibilità di soggiornare in numerosi villaggi turistici, B&B, agriturismi, alberghi o appartamenti in affitto.

Bova Marina, inoltre, grazie all’attivismo di varie associazioni, è un centro molto attivo nella difesa della cultura dei greci di Calabria, che guardano sempre ad Oriente, con gli occhi e con il cuore, con la ferma e nobile intenzione di difendere la propria identità, così ricca di valori culturali e umani che non viene vissuta come un fatto astorico e immutabile ma rappresenta il frutto di relazioni continue e proficue con le altre culture che, opportunamente sostenute e incentivate, costituiscono fonte feconda di crescita e di arricchimento reciproco. E’ sede della Fondazione per la difesa della lingua greco-calabra (ex Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-calabri) e di uno sportello linguistico, istituito dalla Provincia di Reggio Calabria ai sensi della legge 482/99 per la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche.

La Fondazione per la lingua greca e lo Sportello Linguistico, hanno il compito di costituire un punto di riferimento per i cittadini, i visitatori, le scuole e le associazioni culturali che desiderino avvicinarsi e respirare un’atmosfera di vera grecità calabrese.

Ogni anno aumenta il numero dei visitatori greci (e non solo) e si intensificano i rapporti istituzionali e culturali con la Grecia e con Cipro, per non perdere le radici proprie di questa terra che niente e nessuno, dopo 28 secoli di storia, ha potuto cancellare.

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A cura dello Sportello Linguistico di Bova Marina
(Lucia Letizia Callea, Domenico Cuzzucoli, Domenico Francesco Tuscano)

 

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