Reggio Calabria pre-greca

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Fonti storiche e storiografiche per la ricostruzione della storia di Reggio

 

Cercare di ricostruire il quadro storico e archeologico-insediativo dei vasti stanziamenti indigeni per la Calabria Meridionale pre-greca non è sicuramente una cosa facile.

Gli studi di settore hanno maggiormente interessato l’area settentrionale della regione Calabria tralasciando la parte meridionale della stessa regione e l’area dello Stretto in particolare.

Vasta e interessante quindi si presenta la documentazione riguardante la Siritide, la Sibaritide e il basso versante cosentino. Corposi sono gli studi relativi alla Grotta del Romito presso Papasidero con il “bos primigenius”, gli scavi di Casella di Maida che hanno permesso di raccogliere molti dati relativi a numerosi reperti litici ascrivibili al Neolitico, gli scavi di Girifalco ascrivibili alla prima Età del Ferro che ci hanno restituito i resti di tombe con scheletri rannicchiati.

Per quanto riguarda l’area del “reggino” e più in generale l’area dello Stretto, invece la ricerca storico-archeologica sta muovendo, solo da poco, i primi passi.

Ma anche il territorio reggino, secondo quanto riferito dalle fonti storiche e storiografiche appare interessato da fenomeni insediativi pre-greci che hanno ricoperto sicuramente un ruolo di importanza rilevante nello sviluppo, urbano prima ed economico-commerciale dopo, per la nascita della polis di Rhegion. Appare quindi opportuno nel cercare di ricostruire la storia della Calabria meridionale pre-greca, nella totale frammentarietà delle fonti di natura archeologica e in assenza di studi attendibili, partire dall’analisi dei pochi dati archeologici, dall’analisi delle fonti storiche e dall’analisi delle fonti storiografiche.

Gli storici antichi ci hanno tramandato che la città di Reggio sarebbe stata fondata su un preesistente insediamento di età preistorica che numerose leggende popolari avevano attribuito, quale fondatore, ad Aschenez pronipote di Noè il quale sarebbe giunto sulle coste dell’attuale Calabria meridionale intorno al 2000 a.C.. Giuseppe Flavio, storico, scrittore e uomo politico romano vissuto nel I° sec. d. C. relativamente agli Aschenazii e ad Aschenez ci dice:<< Aschenez in verità diede origine agli Aschezanii, che ora dai Greci sono chiamati Reggini>>. Altro interessante riferimento storico circa la fondazione pre-greca di Reggio è quello riguardante la figura mitologica di Giocasto il quale avrebbe edificato un mausoleo e il primo conglomerato urbano di tipo primitivo nella zona di Punta Calamizzi. La figura di Giocasto dovette sicuramente avere un ruolo centrale nello sviluppo storico della polis poiché è anche presente sulle serie monetali del Tetradramma del V°sec. a. C.. Appare dunque chiaro, dall’analisi delle prime fonti, che alcuni secoli anteriori all’arrivo dei greci sulle nostre coste, doveva essersi formato, nell’attuale zona sud della città, un agglomerato il cui nome era Erythrà abitato successivamente da popolazioni come gli Ausoni, gli Enotri, gli Itali. Alcune scoperte archeologiche relative alla zona dell’attuale Calopinace hanno infatti messo in luce i resti di quello che forse potrebbe essere il primo insediamento urbano della città pre-greca. Si tratta per lo più di strutture rustiche, apparentemente unità abitative primitive.

tetradrammoDionigi di Alicarnasso e Diodoro Siculo ci dicono inoltre che gli Ausoni erano stanziati nella Calabria Meridionale già intorno al XV° sec. a.C. mentre per quanto riguarda gli Itali, Dionigi di Alicarnasso, Tucidide e Virgilio ci riferiscono che si trattò di un ramo appartenente alla popolazione dei Siculi che non avevano raggiunto la Sicilia stanziandosi proprio nel reggino dando il nome di Italia, in onore del loro re Italo, al territorio da loro abitato. A tal proposito Dionigi di Alicarnasso scrive:<<Italo, uomo forte e savio>>, Tucidide invece afferma:<<Quella regione fu chiamata Italia da Italo, re Arcade>> e Virgilio nel III° libro dell’Eneide scrive in proposito:<<Dagli Enotri colta, prima Enotria normossi, or, com’è fama preso d’Italo il nome, Italia è detta>>.

Altre fonti come Antioco di Siracusa, Strabone e Aristotele ci consentono di conoscere anche i nomi di altri popoli che abitavano il territorio reggino che si estendeva dal mare alle propaggini aspromontane. Antioco ci riferisce che gli Enotri a loro volta si suddivisero in altre sub-tribù come i Morgeti e i Choni mentre Strabone conferma che i Siculi abitavano insieme agli Enotri il territorio di Reggio intorno al XV° sec. a. C. e infine Aristotele afferma l’esistenza di alcune tribù dei Choni abitanti il versante ionico dello Stretto.

Ma recentissimi studi affermano addirittura che la prima presenza umana sulla sponda calabra dello Stretto è da porsi a seguito del grande processo di desertificazione che interessò l’Africa dal 10.000 al 6.000 a.C. il quale causò una massiccia migrazione verso i territori europei di elementi negroidi. Sta di fatto che è ormai comunemente accertato che la sponda calabra dello Stretto dovette essere occupata già a partire dal protostorico tra la fine del Paleolitico e il Neolitico superiore (VI° millennio a.C.) e che intorno al III° - II° millennio a.C. l’istmo dello Stretto appare interessato da un fenomeno di rinforzo della presenza di genti ancora non greche. Lo testimoniano i reperti in pietra rinvenuti nel territorio comunale di S. Roberto segno tangibile anche di primi probabili scambi commerciali, le numerose grotte individuate lungo l’asse pre-montano di Catona cosi come le grotte di Trimisi presso Melia di Scilla. Si trattò quindi di popoli giunti nel territorio reggino a seguito di grandi processi migratori e che si stanziarono, quasi in forma stabile, lungo le valli pre-aspromontane meridionali raggiungendo anche un certo grado di civiltà e molto probabilmente di comunanza linguistica e praticando una forma di agricoltura di tipo sussistenziale.

ceramicaPer quanto riguarda il versante ionico invece Dionisio il Periegete ci dice che gli Ausoni abitavano nel territorio a sud di Reggio compreso Capo Leucopetra che, sempre secondo quanto riportato dallo stesso Periegete, è ubicato sulla costa bruzia di fronte allo Stretto. Ma via via stanno emergendo altri siti, testimonianza probabile di luoghi di stanziamento di genti indigene; si parla di Saline Joniche, di Condofuri-Amendolea, di Bova, di Palizzi.

All’arrivo dei primi coloni greci queste popolazioni avevano dunque raggiunto un buon grado di civiltà e probabilmente si verificò un fenomeno di convivenza pacifica tra le due etnie tanto che, come sembra, gli indigeni appresero anche molto dalla più evoluta civiltà ellenica.

L’insieme quindi di tutti questi ritrovamenti testimonia in modo inequivocabile l’esistenza di una Calabria protostorica, pre-ellenica nella quali le popolazioni indigene avevano stabilito un sistema sociale e culturale che ben si è integrato con i primi colonizzatori greci.

 

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